Derby in Giappone
Sabato 15 aprile si è disputato il
derby Inter-Milan ad un'ora inusuale (12:30), per catturare
l'enorme potenziale audience del mercato asiatico. Il mio sanguinante
cuore rossonero mi implora di vedere la partita in diretta,
approfittando anche del comodo orario (ore 19:30 locali), e su
suggerimento del tipo dell'ostello mi fiondo allo
Shooters
Sports Bar di Nagoya.
Entro alle 19:30 spaccate, ed apprezzo
il numero di maxischermi che proiettano differenti eventi sportivi:
baseball, sumo, motociclismo... ma nessuna partita di calcio (in
realtà ho scoperto che in Giappone il calcio non è molto seguito
(il loro sport nazionale è il baseball), men che meno quello
italiano).
Chiedo al ragazzo all'ingresso (che
parla un ottimo inglese) se per caso potevano trasmettere una
“...importantissima partita del campionato italiano di calcio, con ben
2 giocatori giapponesi ((Honda nel Milan, Nagatomo nell'Inter)...”
Il tipo fa una faccia schifata, dice
che sul satellite non trasmettono la serie A, ma che provava a
verificare su internet, lasciandomi così un lumicino di speranza.
Inizia ad attaccarsi al web, con me appollaiato alle sue spalle
modello avvoltoio; va su un sito ed apre un elenco infinito di eventi
sportivi che inizia a scorrere... ad un certo punto appare
Internazionale - AC Milan,
ma ho l'impressione che il giapponese non se ne accorga.
Eccitatissimo inizio a saltellare ed ad
urlare: “Fermo! Stop! L'ho vista! Torna indietro!! Torna
indietro!!!”
Il tipo sorride, mi guarda e dice:
"yeah, I've got it: take it easy, man..."
“Take it easy”, una
espressione che mi è sempre piaciuta tantissimo, come se fosse un
mantra o una formula magica: ed infatti, come per magia la partita
appare su uno dei televisori dietro al bancone. Ringrazio il ragazzo
e mi fiondo al bancone, ordino da bere, ed inizio a guardarmi la
partita.
Alla fine del primo tempo siamo sotto
2-0. Sono talmente depresso che arrivo addirittura ad ordinare una
pizza (in Giappone!!!) che masochisticamente mi mangio pure,
trasformando quella che potrebbe essere una penitenza (“se perdiamo
il derby, mi mangio una pizza giapponese”) in una scaramantica cena
(“magari se mi mangio una pizza giapponese, pareggiamo...).
E il sortilegio funziona!
A tempo abbondantissimamente scaduto
agguantiamo il 2-2 con un gollonzo!!
Libidine!!!
Sono al settimo cielo!!!!
...letteralmente al settimo cielo: infatti mi trovo ad essere più in
alto di quello che dovrei...
Ops... spinto dall'entusiasmo sono
salito in piedi sullo sgabello per esultare, sotto lo sguardo
esterrefatto degli altri avventori (tutti giapponesi): pensano che
sia stata la seconda birra a darmi alla testa, non il secondo gol...
ma come può un nipponico, che definisce sport 2 ciccioni in tanga
che si menano, comprendere l'eccitazione di un derby della madunina
recuperato in extremis?!?
Take it easy, interista...
Goldrake
Una sera chiacchierando con una coppia
di giapponesi intorno ai 40 anni, mi domandando come mai ho scelto
il Giappone per questo viaggio.
Gia, come mai?!? La risposta sarebbe
contorta: tutto nasce 10 anni fa in Nuova Zelanda quando ho
incontrato un ragazzo ceko che stava viaggiando in giro per il mondo
in autostop (infatti l'ho conosciuto dandogli un passaggio), e che
era stato da poco in Giappone. Ora, non chiedetemi come abbia fatto
ad arrivare in autostop dalla terra del sol levante a quella dei
kiwi... sta di fatto che era talmente entusiasta di quel Paese, ed in
particolare dell'isola più settentrionale (Hokkaido), che mi ha
fatto venire voglia di visitarlo anche a me. Voglia che è rimasta in
incubazione per ben 2 lustri...
Ma torniamo alla domanda fattami dai 2
tipi: non mi andava di raccontare in inglese la storiella che ho
appena descritto, e quindi improvviso una risposta (...ahimè,
rimango un consulente inside...) che sono convinto li farà
sorridere:
“Perchè da bambino il mio eroe
preferito era giapponese...”
Chi era?
“GOLDRAKE...”
Chi?!?
“...Goldrake... dai, il cartone
animato degli ufo-robot...”
Boh??? (sguardo interrogativo
dei 2...)
“Ah, ma forse qui in patria aveva un
nome differente...”
Al che vado su Google e mostro ai 2
alcune immagini del mio eroe... Niente!
“Ma no, dai... l'hanno creato qui in
Giappone a metà anni 70, non potere non conoscerlo...”
Sempre da Google tiro giù la sigla
originale del cartoon (in giapponese, almeno questo me lo confermano: già
temevo che in realtà Ufo-Robot
fosse cinese... passi il Milan, ma Goldrake no, eh!!!), ma
ancora una volta li vedo scuotere la testa...
Al che, scherzosamente, esplodo:
“MA CHE GENTE SIETE?!? NON CONOSCETE
LE VOSTRE ORIGINI? I VOSTRI EROI?? LA VOSTRA CULTURA?!?
VERGOGNATEVI!!!”
Povero Goldrake: nemo propheta in
patria...
Shin-Hotaka
Shin-Hotaka è famosa per le terme; e
per la
funivia,
che arriva a 2150 metri di altitudine: da qui (avevo letto) è poi
possibile salire ulteriormente con una camminata che ti porta in
circa mezz'ora ad un rifugio.
Quindi il programma della giornata è
il seguente: salita in funivia; passeggiata fino al rifugio; foto di
rito; passeggiata di rientro alla stazione della funivia; discesa a
valle; terme.
Tutto bello sulla carta, ma non ho
tenuto in considerazione che in questa stagione qui fa ancora freddo,
soprattutto a quelle altezze...
All'uscita dalla teleferica vengo
accolto da una temperatura prossima allo “0”, da nuvole
minacciose e soprattutto da tanta, tanta neve...
Intorno alla stazione hanno addirittura
scavato delle trincee, in modo da rendere più agevole la camminata
di chi vuole fare un giro breve; ma tutto si riduce a poche centinaia
di metri: se si vuole raggiungere il rifugio, la neve non è stata
battuta sul sentiero che si inerpica in mezzo al bosco,
fortunatamente ben segnalato.
Non ho una attrezzatura adatta, però
mi avventuro ugualmente verso il rifugio, confidando nella
compattezza del manto nevoso, e nel fatto di non essere un peso
massimo. Mezzoretta di camminata, e che sarà mai...
Dopo poco realizzo che la stima di 30
minuti si riferisce al periodo estivo, quando la neve è ormai
sciolta. Soprattutto il sentiero è molto ripido, e quindi il mio
problema non è tanto affondare nella neve, quanto scivolare (ho
delle normali scarpe da trekking, senza ramponi nè bastoncini). Cosa
che ogni tanto avviene, ma io testardamente ogni volta mi rialzo e
proseguo nella mia via crucis (la “croce” è rappresentata dal
fatto che anziché in uno zaino, ho messo la reflex in una borsa a
tracolla, cosa che complica ulteriormente la situazione quando perdo
l'equilibrio). Ma mentre proseguo l'ascesa, mi domando come sarà il
ritorno, con questa discesa ripida e scarpe poco adatte...
Intanto comincia a nevicare: Fantozzi è
un dilettante al mio confronto...
Finalmente arrivo alla capanna: non
faccio neanche una foto, tanto è tutto bianco causa nuvole e
nevischio.
Torno indietro, e appena la pendenza si
fa un po' impegnativa, scivolo...
Mi rialzo, faccio tre passi e scivolo
di nuovo; ancora in piedi, e poco dopo ancora col culo per terra...
Al momento è uno dei giorni più
brutti della mia vita...
...già, ma chi me lo fa fare di
camminare anche in discesa?!?
Il colpo di genio: tiro fuori dalla
borsa l'asciugamano che in teoria mi sarebbe dovuto servire per le
terme, me lo metto sotto il sedere e via! Eccomi a cavallo di una
slitta di cotone, slalomeggiando a folle (…) velocità tra gli
alberi.
Ma che bello è quando c'è TANTA
neve?!? Bello vero... 😊
Navigatore GPS
La sapete quella dell'italiano, del
tedesco e dell'inglese?
Si?
E quella dell'italiano e del navigatore
GPS giapponese?
No?!? Allora ve la racconto...
Un italiano in Giappone noleggia l'auto
per 2 settimane per esplorare al meglio l'isola di Hokkaido. L'auto è
dotata di navigatore satellitare con, vivaddio, comandi e voce in
inglese.
Ora, non aspettatevi TomTom, Garmin,
Google Map o cose del genere.
È un navigatore GIAPPONESE: quando
imposta un percorso, è QUELLO! Non sono previste deviazioni,
modifiche o ripensamenti.
Figuriamoci se a guidare è un italiano
che, quando sale in macchina tendenzialmente non sa di preciso dove
andare; quando ha una meta in testa, è probabile che alla fine non
la raggiunga perchè ha cambiato idea n-volte; e comunque quando è
alla guida, è il re dell'improvvisazione, perchè di colpo rapito da
quello che potrebbe essere un ottimo soggetto da fotografare.
Il povero GPS nipponico è
messo a dura prova, soprattutto perchè, ad esempio, non concepisce
l'inversione a U: secondo lui, è possibile invertire la direzione di
marcia solo quando davanti sono presenti 4 strade che formano un
quadrilatero, e di conseguenza 4 curve consecutive da fare (3 in una
direzione, e l'ultima in quella opposta). Fossero anche fra 55 km...
Manco l'optimizer di APO (i sappisti capiranno...).
Insomma: un rapporto difficile fra i 2,
che spesso arriva a brutali insulti in italiano da parte del
guidatore; la situazione a volte è degenerata, con il “Nissan”
(chiamiamolo così...) che un paio di volte è passato al giapponese
(giuro...), e l'italiano che prontamente ha risposto con la lingua da
lui conosciuta più simile a quella nipponica: il dialetto
pugliese...
(Apro una parentesi: in metrò a Tokyo
ho chiuso gli occhi mentre ascoltavo un gruppo di persone che parlava
animatamente fra di loro: mi sembrava di ascoltare un film di Lino
Banfi...)
Quindi, quando il Nissan passava al
giapponese, l'altro replicava come Cassano incazzato con l'arbitro
perchè è stato appena espulso...
Povero navigatore: sono sicuro che appena
riconsegno l'auto, farà harakiri