... per giustificare il titolo
potrei dire, da milanista, che visti i risultati attualmente poco
lusinghieri della mia squadra, il nero si è un po' sbiadito...
In realtà questi due
colori sono il manifesto delle prime 2 settimane di viaggio.
Rosso
come il Grand Canyon, come le sculture della Monument Valley, come i
tramonti infuocati sul Pacifico.
Grigio
come loro, il motivo principale che mi ha spinto a fare questo
viaggio: le balene.
Breve riassunto di 2
settimane, una negli States, l'altra in Messico: la prima atterrando
a Los Angeles, noleggiando un'auto e facendo più di 2500 km a zonzo
per California, Arizona, Utah e Nevada; la seconda attraversando a
piedi la frontiera a Tijuana, e scendendo lungo la Baja California da
nord a sud con gli autobus locali.
Nel corso di questi 14
giorni un minimo comune denominatore: la NATURA.
Grand Canyon, Monument
Valley, Zion National Park con i loro colori, le loro forme, i loro
scenari incantati; l'emozione di camminare dentro il Canyon, di
scendere fino al Colorado, di dormire in tenda lungo le sue sponde,
di risalire il giorno dopo seguendo un altro sentiero in modo da
poter ammirare quella meraviglia da altre angolazioni... Fantastico!
E poi la Baja California,
così selvaggia con il deserto che si tuffa nel mare di Cortez
creando uno scenario probabilmente unico al mondo: non so in quante
altre spiagge del pianeta il vostro vicino sia... un cactus!
È un Messico un po' “sui
generis” quello della Baja, un posto meraviglioso eppure non
rinomato, quasi snob: pochi eletti la visitano, però sono eletti non
per ceto ma per vocazione. È il paradiso degli hippy, oramai un po'
datati, ma pur sempre (o forse proprio per questo) ammirevoli.
E poi ci sono loro, il
motivo di questa nuova avventura: le balene.
Era da un po' che volevo
vederle, ispirato dal bel libro di Pino Cacucci “Le Balene Lo
Sanno”, e finalmente ci sono riuscito. Mi ero segnato tre posti
dove andare ad osservarle: Guerrero Negro, Laguna San Ignacio, Los
Cabos.
Dopo il primo appuntamento
ero talmente appagato che ho rinunciato alle altre due tappe:
l'emozione provata a Guerrero Negro è stata talmente forte, intensa
ed estasiante che... boh? Cosa potevo volere di più???
Trovarsi su una barchetta
circondato da questi “bestioni” è qualcosa di incredibile:
sono animali sono estremamente socievoli, vengono verso l'uomo per
giocarci, per farsi ammirare, a volte per prenderlo in giro: io ho
ricevuto una carezza (o forse era una sberla?), ovvero un colpetto di
pinna...
Puntualmente da millenni
questi cetacei vengono in inverno lungo le coste della Baja
California a figliare, ma la cosa più incredibile è che, anziché
essere protettive nei confronti dei piccoli (come normalmente avviene
in Natura), le mamme spingono i “cuccioli” verso l'uomo per
familiarizzare. Un bell'atto di fiducia, non c'è che dire.
E comunque, un'emozione
unica, indescrivibile...
Dopo qualche giorno sono
andato sull'isola Santo Espiritu, un'isola disabitata molto
selvaggia, un paradiso per fare snorkeling, kayak e passeggiate.
L'isola è molto arida,
con alte scogliere che si buttano nel mare intervallate da qualche
incantevole caletta; a volte queste scogliere formano dei veri e
propri canyon, che, in piccolo, mi ricordavano quello ammirato in
Arizona.
E ho iniziato a sognare:
ma che bello sarebbe poter vedere le balene nel Grand Canyon?!?