domenica 5 aprile 2009

Uruguay

L’Uruguay non era contemplato nel mio viaggio; poi, grazie al consiglio di un paio di amici, al fatto che avevo tempo e che da Buenos Aires in meno di un’ora si arriva in territorio uruguagio, eccomi a raccontare di questo nuovo (per me) Paese.
Caratteristica principale degli uruguaiani è che sono i maggiori bevitori mondiali di mate, bevanda tipica sudamericana, la cui preparazione segue quella del tè: in un speciale contenitore si mettono in infusione in acqua bollente per qualche minuto le foglie del mate essiccate, tagliate e sminuzzate e si beve filtrando con una speciale cannuccia. Beh, almeno la metà di questa popolazione, senza distinzioni di sesso, età, classe sociale, va in giro (a piedi, a cavallo, in bici, in auto, in bus) tenendo sottomano il thermos con l’acqua calda e il contenitore per bere il mate. Vi giuro che ci sono più thermos per le strade uruguaiane che cellulari da noi…

Inizialmente avevo dedicato solo 2 giorni a questa Nazione, ma poi, attraversandolo in autobus ed ammirandone i tranquilli panorami (verdi colline a perdita d’occhio, tipo Irlanda), mi è venuta voglia di noleggiare un’auto e di guidare per una settimana per questi rilassanti paesaggi. Anche perché, a differenza di molti altri Paesi sudamericani, qui le distanze non sono proibitive; stiamo parlando di uno Stato che, con i suoi  176220 km2è poco più grande della metà dell’Italia.
Ho incominciato dall’entroterra, risalendo il confine con l’Argentina: pianure alternate a colline piene di pascoli e cavalli in libertà; tra l’altro questa zona è ricca di sorgenti termali: cosa c’è di meglio di un bagno termale al temine di una giornata al volante? Spostandosi, ma rimanendo sempre lontano dalla costa, si arriva in bellissime zone (sempre colline, pascoli, fattorie) dove la gente usa più il cavallo dell’auto, ma dove il turismo è qualcosa di sconosciuto: ho avuto seri problemi per trovare da dormire. Una volta ho dormito in auto.
Un’altra ero ormai rassegnato a dormire in macchina, quando appena fuori da un paesino, ho visto la scritta Motel. La speranza che si trattasse di una catena di Motel “familiari” (tipo Motel-6 o Motel-8 negli USA) si è subito infranta quando, entrando in auto, mi sono imbattuto in una colonnina per l’ordinazione (tipo drive-through di McDonalds) che riportava il tariffario: tipologia di camera (da basic a suite) e durata (1, 2, 3 ore o tutta la notte). Riporto quanto segue, ignorando (ammetto le mie colpe…) se anche in Italia i Motel funzionano nella stessa maniera: al telefono della colonnina ho dichiarato le mie scelte (basic e tutta la notte), mi hanno dato un numero di camera e le indicazioni per raggiungerla. Di fianco alla stanza c’era il posto auto coperto dotato di tenda per nascondere il veicolo da occhi indiscreti; dal parcheggio si entra direttamente in camera, dove si paga attraverso uno spioncino ad altezza ombelico dal quale è impossibile vedere ed essere visti. In teoria nessuno ha notato che ero da solo, quindi avendo pagato per tutta la notte, ho fatto bella figura…
La camera era dotata di bagno, lenzuola pulite, televisione (TV satellitare, ma niente canali porno: mi sa che dovevo prendere una suite…). Mi sono guardato Batman Begins sottotitolato in spagnolo, poi una partita NBA, e poi mi sono addormentato felice avendo come ninnananna in sottofondo i gemiti ed i sospiri che provenivano dalle stanze vicine.
La mia prima notte in Motel…

Dirigendomi poi verso la costa, il problema di trovare alberghi/ostelli è sparito: sul mare c’è una densità impressionante di hotel, fino ad arrivare a Punta del Este, probabilmente il luogo di villeggiatura più famoso di tutto il SudAmerica: è praticamente la MonteCarlo dell’America Latina. Devo dire che ero molto prevenuto su Punta, ed invece mi è piaciuta: spiagge notevoli, praticamente deserte (non è alta stagione, ma sicuramente a Pasqua sarà un carnaio) e, soprattutto di notte, è bella vera. Un connubio felice fra cemento e natura.
A parte il fatto che, come in tutto il Paese, si mangia da dio (sapete che il cibo è un mio pallino): la carne, visti gli abbondanti pascoli, è a livello di quella argentina, ed anche qui la griglia (parilla) la fa da padrona; però anche il pesce è eccellente (e detto da un carnivoro come il sottoscritto, è tutto dire…).
Ma soprattutto a Punta mi sono imbattuto nel gelato più buono del mondo: la gelateria El Faro fà un prodotto che dà dei punti a Grom. Mi sono concesso i seguenti gusti: cioccolato amaro con scorze d’arancia abbinato con dulce de leche. Divino!
Meglio di una notte al Motel…