domenica 29 marzo 2009

Dedica a Cusco…

È la terza volta che visito Cusco nel giro di 6 anni… non male per una cittadina così lontana dall’Italia; anche perché sono sempre stati soggiorni abbastanza lunghi: in totale ho trascorso una ventina di notti nella antica capitale Inca.
Come si spiega questa mia “assiduità”? Semplice, è un posto che mi piace molto, perché oltre ad essere bello (aggettivo stra-abusato qui in SudAmerica), è una città piena di storia, cosa abbastanza rara in questo continente.
Cusco è stata la capitale dell’impero Inca, dall’XI al XVI secolo, e conserva intatti sia la testimonianza di quel periodo, sia di quello successivo con la conquista spagnola, che, una volta tanto, dal punto di vista architettonico non ha portato sfaceli, ma anzi ha arricchito ulteriormente il patrimonio artistico.
E così, incastonata in uno scenario spettacolare (siamo a 3300 metri slm), questa cittadina sfoggia monasteri, chiese coloniali, conventi, rovine pre-colombiane in un insieme omogeneo che, soprattutto in centro, grazie ad un insieme di stradine non accessibili alle auto (a causa di gradini e gradoni di pietra) possono essere ammirati senza venire soffocati dal traffico.
Cusco è anche il punto di partenza per esplorare la Valle Sacra (Valle Sagrado) la valle attraversata dal rio Urubamba (dove è possibile fare rafting) costellata da antiche fortezze Inca, come Pisac, e da villaggi sede di coloratissimi mercati indio.
Ma è soprattutto il punto di partenza per andare a Machu Picchu, uno dei posti più famosi e visitati dell’intero SudAmerica: una città Inca quasi perfettamente conservata adagiata su una collina in uno scenario che sembra disegnato per quanto è bello. Affascinante e misteriosa sono gli aggettivi più indicati per descriverne la magia.
Ci sono 2 modi per raggiungere Machu Picchu: o direttamente con i mezzi; oppure facendo il Camino Inca, una camminata di 4 giorni e 3 notti nella foresta, che si rivela essere una incredibile escursione, grazie alla combinazione di rovine Inca, panorami, montagne e vegetazione esotica. Io 6 anni fa ho avuto la fortuna di fare questa esperienza, che però negli ultimi tempi è diventato praticamente impossibile improvvisare, perché a causa del rigido numero chiuso, è necessario prenotare con svariati mesi di anticipo, a fronte di un prezzo quasi proibitivo.
Ma torniamo a Cusco; oltre ad essere un gran bel posto, offre una vita notturna di tutto rispetto: è piena zeppa di localini con musica dal vivo (parlo di rock, soul, jazz… non di 3 sfigati che suonano il flauto andino…). Uno entra in un locale, dà una occhiata in giro, ascolta chi suona, e se gli piace resta, se no esce e va in un altro posto, senza problema; poi quando trova un locale che gli va a genio, si ferma e, senza nessuna pressione, ordina da bere. Io ho speso la stratosferica cifra di 4 euro totali, per due ottimi cocktail: un Cuba Libre e un Mojito.
Mi viene la tristezza se penso ai locali “IN” di Milano: selezione all’ingresso, liste, tavoli, bottiglie, PR, “one night”, consumazione obbligatoria… MAVAFFANCULO, VA’…