domenica 29 gennaio 2012

Appunti di Myanmar


Breve descrizione della gente del luogo: sono piccolini, tendenzialmente sorridenti e molto canterini: ma le canzoni non sono le uniche cose che gli escono di bocca: ruttano che è un piacere (da queste parti non è considerato un gesto “villano”) e soprattutto sputano, sputano, sputano: si intasano la bocca con delle foglie verdi che ruminano come mucche per alcuni minuti prima di sputarle per terra fragorosamente.
Vista la loro religione (buddista), adesso ho anche capito che il detto “sputare come un Lama” non si riferisce all' animale andino, ma al Dalai...

Oramai il Myanmar non è più così chiuso al mondo come in passato: hanno internet, la tv satellitare, i cellulari... sicuramente sono ancora sotto dittatura (te ne accorgi quando provi a fare qualche domanda sulla situazione politica: fanno tutti finta di non capire...), ma le cose stanno (rapidamente) cambiando. E poi, detto fra di noi: meglio dipendere da un dittatore o dallo SPREAD?

Appena arrivato a Yangon, la capitale, sono andato a cena in un ristorante che proponeva anche karaoke, sfilata di moda delle bellezze del posto a ritmo dei migliori successi internazionali (fra cui brillava "l'unica donna per me" di Alan Sorrenti...) reinterpretati da artisti locali, camerieri che battevano le mani (rigorosamente fuori tempo) per scaldare ancora di più il già elettrizato pubblico (io ero l'unico straniero). Per me, reduce da un intero giorno di viaggio, e con il fuso ancora da smaltire, è stata un delle serate più belle della mia vita... Dulcis in fundo, ho ordinato del riso con pollo, e mi è arrivata una brodaglia con riso, verdure, uova e pezzi di carne di un animale che da vivo sicuramente non faceva le uova. Speriamo almeno che non abbaiasse... Comunque buono.

Nei giorni seguenti un episodio mi ha particolarmente colpito: ero in visita ad un tempio buddista, quando è arrivata una comitiva di giovani monaci, anche loro in visita. Fate conto come un gruppo di seminaristi che va in gita a San Pietro. Però mai mi sarei aspettato di vedere questi monaci (in fin dei conti dei ragazzi) -  che nell'immaginario occidentale sono dipinti come asceti sempre in mediatazione e circondati da un'aurea di spiritualità - scattare foto ricordo con i loro smartphones di ultima generazione. Anche loro schiavi del T9, altro che asceti...

A proposito di spiritualità: a Kalew, zona collinare rinnomata per i trekking, sono andato a fare una bella passeggiata, destinazione “View Point”, un nome che prometteva bene. A differenza che in passato, dove era obbligatorio essere accompagnato da una guida locale (che forse aveva anche il compito di “controllarti”), adesso la presenza della guida è semplicemente consigliata; quindi, per come sono fatto, diventava OBBLIGATORIO andare da solo! Il problema principale è che i sentieri non sono segnati, e anche se ogni tanto si trova quache indicazione, è nella lingua (e soprattutto nell'alfabeto) locale: del tutto inutile.
Però mi ero fatto spiegare il percorso dal proprietario della Guest House dove alloggiavo, e avevo fatto una copia della mappa che mi aveva fatto vedere: circa 8 km per arrivare a View Point, quindi una quindicina di km A/R.
Dopo un po' che cammino mi raggiunge un cagnolino, che tende a precedermi a poi ad aspettarmi, come per indicarmi il percorso. La stessa cosa mi era successa qualche anno fa in Messico, a Real de Catorce, un posto magico. Come allora la mia mente inizia a fantasticare, aiutata in questo caso dal fatto di essere in un paese così tanto intriso di spiritualità: il pensiero che galoppa in mezzo ai miei pochi neuroni e' che probabilmente il mio spirto guida è un cane! Per una bestia come il sottoscritto va benissimo...
Continuiamo a camminare, e vedo in lontananza una bella collinetta con in cima una costruizione: sicuramente quello è View Point! Anche se sembrano un po' più di 8 km... magari il tipo intendeva 8 miglia... e poi il cane (anzi, il mio spirito guida!) sembra puntare proprio là.
Alla fine, dopo 4 ore (ma quando cammino con la macchina fotografica in mano, è impossibile stimare una distanza in base al tempo percorso, date le mooolte soste che faccio per fotografare) arrivo in cima, dove c'è un piccolo tempio, un paio di baracche ed un paio di monaci che bellamente mi ignorano. Inizia a sorgermi qualche dubbio, perchè il tipo mi aveva parlato di un ristorante, però il posto è sicuramente panoramico, e magari una delle baracche è un ristorantino. Comunque, avendo con me un po' di cibo e dell'acqua (che condivido con il mio amico a 4 zampe), non mi pongo troppi problemi, anche se indubbiamente ho fatto parecchia strada.
Sulla via del ritorno, più o meno a metà, sempre accompagnato dal mio cagnolino, trovo un bivio che all'andata non avevo visto, ed un cartello indicante, in perfetto inglese: “View Point, 5 min”. A questo punto, fatto 30, facciamo 31: vado anche lì ed arrivo effetivamente ad un ristorantino molto panoramico; eccola qui la mia meta originale! Solo che in totale, anziché di una quindicina di km, alla fine la camminata sarà di oltre trenta: sempre rimanendo in ambito di spiritualità, oramai sono pronto per il Cammino di Santiago de Compostela...
A proposito... mi giro in cerca del mio spirito guida: sparito!
Figlio di un cane. Bastardo pure...