giovedì 13 dicembre 2007

tappa3: da Rotorua a Wellington

Questa volta, anziché decantarvi la bellezza del posto, preferisco raccontarvi un paio di episodi divertenti che mi sono capitati:
 1 -  Da un po’ di giorni viaggio in auto con una ragazza dell’Alto Adige, che da brava bolzanina parla come il dott. Kranz; del tipo: “dofe tu fuole antare occi?” che significa “dove vuoi andare oggi?”.
Guido sempre io, e per rompere un  po’ la monotonia del viaggio, ad un certo punto abbiamo deciso che per cambiare marcia, io schiaccio la frizione, dico che rapporto inserire, e lei, dal sedile passeggero, cambia la marcia. Emozionante, non trovate?
Sono in quinta, schiaccio la frizione, dico “scala” e lei, da brava teutonica, inserisce la quarta. Dopo un po’ in modo analogo, dico “quinta” e lei esegue perfettamente. Arriva una curva, io inizio a rallentare, schiaccio la frizione, dico “quarta”, e lei... niente... la mano sul pomello del cambio non si muove. Dico “quarta!” a voce un po’ più alta, e lei ancora niente, semplicemente avvicina un po’ la testa al finestrino. Io inizio a frenare, sempre schiacciando la frizione, ed urlo:” QUARTA!!!” , lei, anziché muovere il pomello, guarda fuori dal finestrino e, a sua volta urla: “DOFE???”.
Giuro che è vero.
Mitica Verena! Ti voglio bene

2 - Ostello, prendo un letto in una camerata da 6 letti. In reception mi dicono che io sono il quinto, però quando entro in camera vedo un solo borsone, e sotto un letto uno scatolone da 24 birre contenente 24 bottiglie vuote.... La sera esco, torno in camera verso mezzanotte: non c’è nessuno, ma il numero di bottiglie vuote è raddoppiato…  Vado a letto.
Alle 5:30 la porta si spalanca, entrano 4 energumeni alti 1,90 e pesanti almeno 1 quintale; non mi degnano di uno sguardo (forse non mi vedono neanche), si dirigono verso la finestra, la spalancano (bontà loro) ed iniziano a fumare qualcosa che non sono riuscito a catalogare: sicuramente non era maria, forse era crack, ma le mia scarsa conoscenza riguardo agli stupefacenti non mi aiuta. Sono ubriachi marci, ed urlano frasi senza senso (per me, ma probabilmente anche per loro) condite di “bro” e “fuck”.
Il mio istinto di sopravvivenza  suggerisce di starmene rannicchiato silenziosamente a letto, sperando che non  mi prendano in considerazione: già mi vedo protagonista di una scena tipo “Pulp Fiction”, con una pallina rossa infilata in bocca. Ed in effetti i 4 elementi sembrano usciti da una sceneggiatura di Tarantino: enormi Maori tatuati con una faccia che è un incrocio tra Ignazio La Russa e Alvaro Vitali...
Fortunatamente dopo un quarto d’ora crollano a letto, vestiti e con le scarpe, ed iniziano la gara a chi russa di più. Gara alla quale, dopo un po’, partecipo anche io (e probabilmente vinco…). La mattina mi sveglio ed i 4 energumeni sono ancora in coma; vado a correre, torno, vengo accolto da un odore che un letamaio a confronto sembra un campo di lavanda; mi faccio la doccia, ed i 4 sono ancora a letto agonizzanti; vado a fare colazione, torno, ed i 4 sono spariti…
Forse ho sognato. Però il loro spirito (nel senso di alcool) aleggia ancora pesantemente nell’aria, e le cinquantina di bottiglie vuote testimonia il passaggio dei miei amici per una notte.