martedì 10 febbraio 2009

La sagra dell’imprevisto…

1 – Malpensa, 3 febbraio
Volo per Londra cancellato (causa bufera di neve sulla capitale inglese). Veniamo dirottati su Air France con scalo a Parigi. Poco male, peccato solo per l’ottimo vino servito a bordo dalla British, che avevo avuto modo di apprezzare sul volo per Sydney l’anno scorso

2 – La Boca, Buenos Aires, 4 febbraio
Dobbiamo prendere il bus 64 per tornate all’ostello in centro,ma non abbiamo moneta (il biglietto costa 1,20 pesos), solo banconote da 2. L’autista dice che senza moneta non si può viaggiare (esiste una specie di slot-machine a bordo: inserisci la monetina e vinci il biglietto…), e che non ha da cambiare. Proviamo in vari chioschi, pub, ristoranti, edicole, ma niente, nessuno sembra avere moneta. Nel frattempo piove...
Ci consigliano di andare direttamente al terminal degli autobus, a 400 metri, dove è possibile comprare il tagliando direttamente in biglietteria. Ma dopo 250 metri veniamo fermati dalla Polizia, che ci consiglia caldamente di non proseguire, in quanto zona pericolosa da lì in avanti. Andiamo bene…
Torniamo indietro, e un venditore ambulante (anche lui ovviamente sprovvisto di monete) ci consiglia di andare al terminal. Gli spieghiamo che ci è stato detto che è pericoloso, e lui candidamente: “tranquilli, c’è la Polizia”. E noi: “è la polizia che ci ha detto che è pericoloso…”
Alla fine il lampo di genio: non è vero che nessuno ha moneta, è che nessuno CAMBIA moneta. Compro una barretta ad un chiosco, e, come RESTO, ottengo il necessario per il bus…

3 – Tratta Buenos Aires – Rio Gallegos in bus (2900 km), 6,7,8 febbraio
Premessa: compriamo i biglietti per questa lunga traversata (durata prevista 36 ore) la sera prima del giorno del viaggio. Erano rimasti gli ultimi 2 posti sul bus della Andesmar della mattina successiva: lo interpreto come un segno del destino.
Infatti…
Appena comprati i biglietti, un ragazzo argentino in ostello si mette a chiacchierare con me, e quando scopre che siamo diretti a Rio Gallegos, mi chiede:
“IN BUS?”
“si”
“MALE! CON QUALE COMPAGNIA?”
“andesmar”
“MOLTO MALE!! CAMA O SEMICAMA? (il tipo di servizio/sedile)”
“semicama”
“MALISSIMO!!!”
Il simpaticone ci racconta che il bus partirà sicuramente in ritardo, che continuerà ad accumulare ritardo, e di quanto sia pessimo il servizio a bordo. E che sarebbe stato molto meglio andare in aereo.
In realtà io voglio andare in bus proprio per attraversare la Pampas e la Patagonia occidentale, esperienza che ancora mi manca.
Morale… il bus parte con quasi un’ora di ritardo, la vita a bordo non è malaccio, ma nottetempo si ferma in mezzo al nulla, e lì rimane per svariate ore per una avaria.
Il bello è che questa lunga sosta forzata non intacca neanche un po’ la tranquillità dei passeggeri (tutti argentini, tranne io e Andrea), come se rimanere fermi in mezzo al nulla per ore e ore sia la cosa più normale del mondo. E forse lo è.
Io, che oramai ho assorbito lo spirito fatalista sudamericano, mi dedico a fare foto, a leggere e a scrivere queste righe, quasi contento di questo ulteriore ritardo che mi da modo di apprezzare ulteriormente la vastità e la magia di questi luoghi, dove il nulla insegue se stesso fino a perdita d’occhio…
Arriviamo a fatica all’”ospedale” del bus, dove un meccanico (capellino da baseball e coda di cavallo tipo Fiorello al Karaoke) si prende amorevolmente cura del paziente, facendosi passare dai suoi assistenti (sembra una puntata di ER) pinza, cacciavite, cassetta arancione… Con questi attrezzi il Fiorello della Pampa inizia a martellare il mezzo, ed io mi domando se questo bus sarà mai in grado di percorrere i circa 1300 km che ci mancano. Ma sono sicuro di si.
Il punto è in quanto tempo. Ma, in effetti, questo non è un problema. Il tempo non dovrebbe mai essere un problema.
So che in Africa esistono autobus dove, se chiedi a che ora parte, ti senti rispondere: “quando è pieno…”; il che può significare ore o addirittura giorni.
Qui in Argentina sono dei dilettanti al confronto.
Alla fine ce la abbiamo fatta in “solo” 44 ore.
Ed il viaggio prosegue…