martedì 11 aprile 2006

36!

Tranquilli, non e' un sito Maya o una localita' paradisiaca che si affaccia sul mare dei Caraibi. E' un numero, un'eta' per la precisione, quella che ho raggiunto proprio oggi, 11 Aprile, il mio compleanno (a proposito, grazie a tutti quelli che mi hanno mandato gli auguri!). Oramai inizio ad abituarmi a trascorrerlo da questa parte dell'Atlantico: l'anno scorso ero in Bolivia, e mi ero regalato la discesa in bici piu' pericolosa del mondo (www.gravitybolivia.com).
Quest'anno ho optato per qualcosa di decisamente piu' rilassante: 4 giorni, da venerdi' a ieri, in barca a vela lungo il Rio Dulce, un fiume che nasce dal lago Izabal, nel Guatemala orientale, attraversa la foresta e sfocia nel mare dei Caraibi (http://www.sailing-diving-guatemala.com).
Era la prima volta per me in barca a vela, ed e' stata una esperienza decisamente positiva. Devo ammettere che navigare a vele spiegate avendo come colonna sonora il fischio del vento ed il fragore delle onde sullo scafo ha il suo fascino. Ho visto posti incredibili, come una cascata di acqua termale nell'entroterra della jungla: in un fiumiciattolo (non navigabile, si raggiunge dopo mezz'ora di cammino da una sponda del lago) mentre fai tranquillamente il tuo bel bagnetto, ti piove una cascata di acqua bollente sulla tasta; so che suona come una tortura medioevale, ma vi assicuro che e' una sensazione meravigliosa.
Navigare in un fiume nel mezzo della foresta da' la possibilita' di apprezzare il bello della vela ma anche di poter vedere e sentire le centinaia di animali che la popolano. L'ultima notte abbiamo dormito a pochi metri da un bosco abitato da "scimmie urlatrici", e vi assicuro che il nome non e' stato dato a caso: sembra di avere come vicini di casa tanti piccoli king kong, che fortunatamente di notte dormono e non urlano.
Dal lago si scende verso il mare attraversando un canyon, ed e' come navigare in un fiordo norvegese, solo che alla fine si arriva a Livingston, un paesino che e' un avanposto dei Caraibi, dato che e' sul mare dei Caraibi e che la gente e' in prevalenza di colore.
Vi devo descrivere il gruppo che mi ha fatto compagnia sulla barca. Eravamo in 6 piu' due persone dell'equipaggio (il capitano ed il cuoco). Sostanzialmente 3 coppie: la prima formata da due cognati in pensione, John, inglese di Oxford, e Bob, americano di Las Vegas; due meravigliosi vecchietti pieni di vita che mi ricordavano Jack Lemmon e Walter Mattau de "La strana coppia", con in piu' il fatto che quando provavano a dire qualcosa in spagnolo, sembrava di sentire Stanlio ed Olio parlare in castigliano. Mitici!
La seconda era una coppia di fatto; due giovani australiani, lei una specie di angelo biondo, lui una specie di modello.
Quindi da una parte c'erano i due vecchietti del Muppet Show (ve li ricordate quelli sulla balconata che chiudevano lo show con una battuta acidissima?), dall'altra il prive' dell'Holliwood (per i non milanesi, una discoteca frequentata da VIP e modelle/i). Ed in mezzo c'ero io con la canadese.
Intesa come ragazza del Canada, e non come tenda, anche se fisicamente non c'era una gran differenza tra le due... vabbe' ragazzi, non si puo' avere tutto dalla vita (questo e' quello che deve aver pensato anche lei quando mi ha visto...).
Altra nota positiva del tour, il cibo (e bene o male, sapete tutti quanto io sia sensibile all'argomento!). Il cuoco, un ragazzino, ci sapeva proprio fare, ed e' riuscito a soddisfarci pienamente avendo a disposizione poca varieta' di viveri ed un cucinino veramente minimo. E' stato sicuramente aiutato dall'incredibile qualita' e varieta' di frutta tropicale che e' possibile gustare a queste latitudini, e che sulla barca non mancava.