domenica 30 aprile 2006

Real de Catorce

Eccomi di nuovo in Messico!
Dopo il Belize ho attraversato la regione di Veracruz, a sud-ovest di Citta' del Messico, fermandomi a Veracruz, Xalepa, Cordoba ed Orizaba. A parte la prima citta' che e' sul mare, le altre sono in montagna (questa e' la regione con le montagne piu' imponenti; il vulcano Orizaba, che con i suoi 5746 m e' la cima piu' alta del Centroamerica, si trova qui). Purtroppo sta incominciando la stagione delle pioggie, e regolarmente al pomeriggio si annuvolava (mentre la mattina viaggiavo); morale: non ho visto molte montagne in quei giorni. Un fatto curioso e' che Xalapa e' piena di infermiere che, in qualunque posto (bar, piazza, ristorante), si offrono di misurarti la pressione; io immaginavo che lo stile di vita messicano fosse il miglior antidoto per l'infarto, ma evidentemente non e' cosi'... probabilmente la loro dieta incide pesantemente su questo fattore, ma per gente che a colazione mangia pure' di fagioli, io vedo piu' indicato un controllo della pressione intestinale...
Poi sono tornato qualche giorno a Citta' del Messico, dove una sera ho visto un concerto di giovani del luogo che suonavano acid jazz; altro che mariachi...
Poi, finalmente, il Nord; dove per Nord intendo tutto quello che e' nord della capitale.
Prima tappa: Real de Catorce, una antica citta' mineraria (argento) poi caduta in disgrazia, quasi abbandonata, ma che negli ultimi anni si sta riprendendo. Le ragioni di questa rinascita sono 2:

1) il posto e' bellissimo: da Real, che e' a 2700 m, si`possono fare delle bellissime passeggiate, a piedi o a cavallo, che portano in scenari incantevoli. I colori delle rocce unito alle forme dei cactus e alla luminosita' del cielo rendono questo posto magico.
Non per niente Real e' spesso sede di film: alcune scene di "Puerto Escondido" di Gabriele Salvatores sono state girate qui, cosi' come il piu' recente "The Mexican" con Julia Roberts e Brad Pitt.

2) il peyote (cactus allucinogeno) abbonda nel deserto qui intorno. Esiste una tribu' indigena che ogni anno viene in pellegrinaggio dal nord facendosi 400 km per raggiungere il deserto e fare man bassa di questo cactus, i cui poteri allucinogeni sono fondamentali nella loro cultura (cosi' dicono...).
Ma negli ultimi anni esiste un'altra tribu' che si fa ben piu' di 400 km per il peyote: Los Italianos! Esiste un sito di Real (www.realdecatorce.net) che e' in 3 lingue: spagnolo, inglese e, stranamente, italiano. I nostri connazionali sono molto ghiotti di questo cactus. Me lo ha confermato un tipo di Padova che vive qui da 3 anni, e che mi ha spiegato come non esista nulla di meglio al mondo che passare la notte deserto in preda alle visioni che derivano da masticare peyote.
Sara', ma io mi domando: il deserto e' un posto magico, che gia' di per se' ti da' forti sensazioni. Che bisogno c'e' di alterare queste emozioni?
Piuttosto, introduciamo il peyote come diversivo per quelli che tutti i giorni sono in coda in tangenziale! 

PS: il nome completo di Real e': "Villa Real de Minas de Nuestra Señora de Limpia Conception de Guadalupe de Los Alamos de Catorce". Ma chissa' perche', viene abbrevviato...