venerdì 20 marzo 2009

Cile... e inconvenienti di viaggio

Il Cile lo abbiamo attraversato a zig-zag, come il filo di un rammendo fatto male, entrando ed uscendo più volte dai Paesi confinanti: la prima volta in Patagonia, entrando a Punta Arenas; poi in centro, ad Osorno (entrambe le volte provenendo e tornando in Argentina); ed infine al nord, a San Pedro de Atacama (arrivando dalla Bolivia per poi dirigersi in Perù).
Ritengo il Cile il Paese meno “affascinante” di quelli visitati finora, ma questo non significa che sia un posto brutto (la medaglia di legno dietro Bolivia, Argentina e Perù è tutt’altro che disonorevole), anzi. I luoghi cileni che più mi hanno impressionato sono stati, in ordine cronologico:
Punta Arenas, perché significa Stretto di Magellano, e tutto il fascino e la storia che un luogo così estremo (soprattutto nel passato) rappresenta.
Torres del Paine, perché come ho già detto una cinquantina di giorni fa, è il Parco Nazionale più bello del Mondo, anche se funestato dal maltempo…
Valdivia, perché casualmente siamo arrivati quando c’era la mitica (per loro) noche valdiviana: ovvero la sfilata di carnevale fatta da imbarcazioni a tema. Fate conto che sarebbe come andare a Viareggio o a Venezia il giorno di carnevale.
Valparaiso, perché è affascinante: colline che si inseguono fino al mare, case diroccate appese a fatica a queste colline, atmosfera particolare, piena di “artisti” (o pseudo tali…)
San Pedro de Atacama, perché rappresenta il confine fra la “civiltà” Cilena  e la “eremita” Bolivia

In pratica il Cile ha fatto un po’ da rattoppo fra una Nazione e l’altra, dato che non abbiamo mai dormito più di due notti consecutive nello stesso posto (spesso una notte sola).
Quindi l’equazione è: Cile = Viaggio; e Viaggio = Bus.
Fortunatamente nello Stato con capitale Santiago non abbiamo avuto particolari problemi o inconvenienti di trasporto, a differenza degli altri Paesi…
In particolare sono state memorabili le seguenti tratte:

Argentina:
  • Buenos Aires à Rio Gallegos, perché è stato un viaggio infinito (40 ore), con un inconveniente meccanico che ci ha fatto fermare all’alba nel mezzo del nulla
Bolivia:
  • Villanzon à Tupiza, perché fatto con l’autobus più scassato del mondo sulla strada (sterrata) più scassata del mondo. 3 ore ½ per 80 Km, anche qui con un inconveniente miracolosamente risolto (?) dopo qualche martellata ben assestata; e la rottura del parabrezza che, se già di per sé non è il massimo della vita, figuratevi con una strada piena di polvere…
  • Uyuni à San Pedro de Atacama, fatto in jeep di notte (partenza con 2 ore di ritardo) su strade non illuminate, frequentatissime da camion; l’auto aveva un finestrino rotto (a 4000 m di notte… ) e ad un certo punto mi sono infilato nel sacco a pelo per non congelare. Ovviamente anche qui c’è stato un inconveniente meccanico, e quando sono sceso per fare un po’ di luce all’autista che era sdraiato sotto l’auto (al buio più completo), ho realizzato che le luci posteriori della jeep non funzionavano: l’ideale quando si viaggia su strada buie intasate da camion… Ma non è finita qui: era prevista una sosta per dormire: per miracolo arriviamo all’albergo (una sorta di rifugio) dove però veniamo brutalmente svegliati alle 4 del mattino per essere alle 8 al confine con il Cile (un passo a 4500m). E poi, causa neve, siamo passati in Cile solo dopo mezzogiorno…
Perù:
  • Arequipa à Cuzco, dove in realtà non abbiamo avuto problemi durante il viaggio, ma l’imbarco è stato a dir poco bizzarro: prima siamo stati filmati con la videocamera uno ad uno, poi ci hanno fatto mettere l’impronta digitale dell’indice destro su un foglio di carta dove era segnato il nostro nome. Ero convinto che quell’autobus fosse diretto ad Alcatraz…